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Manolo Benvenuti


Nato nel 1975, vive e lavora a Santarcangelo di Romagna (RN). Si laurea nel 2007 presso la Facoltà di Architettura di Firenze, con una tesi in urbanistica e pianificazione del territorio per i paesi del Sud del Mondo, per la quale ha trascorso diversi mesi in India, in un’area rurale del delta del Gange, collaborando a stretto contatto con una Onlus che operava sul posto. Titolo di tesi “Il patrimonio territoriale nel delta del Gange: l’isola di Jata”.

Durante il periodo universitario inizia la sua sperimentazione artistica. Sostanzialmente si forma come autodidatta, coltivando svariate esperienze in totale autonomia rispetto ai percorsi formativi accademici. Con approccio creativo e sostenibile, nel suo percorso ha realizzato le opere più eterogenee, sempre perseguendo l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientali e costantemente indagando le potenzialità espressive degli scarti, per reimpiegarli nella creazione di manufatti e opere architettoniche.

Benvenuti si può definire un artista che opera tra l’upcycling e la progettazione di spazi. Dal 2003 il suo lavoro si divide tra installazioni artistiche, allestimenti scenografici, arte ambientale, architetture vegetali e riutilizzo creativo dei materiali. Contemporaneamente si dedica a laboratori creativi, percorsi di educazione ambientale, formazione e processi di progettazione partecipata. Fin dagli esordi la sua esperienza si apre al pubblico: attraverso il coinvolgendo diretto dei bambini delle scuole, dei cittadini o degli enti istituzionali lavora verso la definizione di un’estetica sociale in cui il lavoro artistico è rivolto alla costruzione di un mondo in cui si realizza una profonda armonia tra natura, artificio e socialità. Spesso porta a termine i suoi progetti attraverso laboratori aperti, impegnando le persone in un lavoro insieme teorico e pratico finalizzato alla realizzazione di opere collettive. In alcuni casi le sue opere artistiche sono atte a sottolineare il legame dei luoghi con la loro storia e le loro tradizioni.

Sostanzialmente sono tre gli aspetti che cerca di unire e che delineano il suo percorso: creatività, partecipazione e sostenibilità. La sua mission è di operare con la sensibilità e la sapienza di chi riesce a conciliare le ragioni dell’estetica con quelle dell’etica.

La creatività sta alla base di tutto il suo percorso e la utilizza come arma per resistere agli stereotipi che ci vengono costantemente proposti. Attraverso l’arte e la creatività vuol educare ad una bellezza non omologata.

La partecipazione invece come sfida per riappropriarsi dello spazio pubblico attraverso interventi artistico-creativi. Nei percorsi partecipati, gli strumenti che utilizza, i laboratori che mette in campo e le varie forme di interazione con le popolazioni locali hanno un unico obiettivo: portare in superficie i desideri, le idee e le suggestioni di chi vive i luoghi. Partecipazione non solo ai processi creativi ma anche a quelli costruttivi per rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità e per promuovere (e in certi casi anche recuperare) la coesione sociale. Nei suoi progetti l’opera finale è importante tanto quanto il processo creativo e l’azione costruttiva che la porta al suo compimento. La costruzione, infatti, è parte fondamentale, imprescindibile, del processo ideativo dell’opera in quanto è lei stessa opera d’arte. Il suo lavoro non consiste solo nel realizzare “oggetti” od “allestimenti”, ma nel produrre eventi in cui il risultato finale è solo la forma visibile di un più complesso percorso che coinvolge gli innumerevoli aspetti della creatività umana e della socialità. L’obiettivo finale non è solamente rigenerare spazi ma anche gli animi.

Nel suo operato una particolare attenzione è rivolta al mondo dei più piccoli e a loro sono stati dedicati alcuni progetti e percorsi partecipati.

https://manolobenvenuti.wordpress.com/